C’era una volta, tanto tempo fa, un ranocchio verde.
Viveva nei pressi di uno stagno, con tanto di canneto, ninfee e acqua stagnante.
Cosa si poteva chiedere di più?
Si, va beh, da girino la mamma gli aveva raccontato la storia del rospo che, baciato da una principessa, divenne un principe ma per carità, gli uomini gli facevano proprio schifo, con quella pellaccia rosa, ritti su due zampe e con quella peluria in testa bleeaaaaa, meglio rimanere un ranocchio.
Se ne stava lungo tempo ad oziare su di una ninfea dal fiore giallo, a prendere il calore dei raggi di sole e, se passava a tiro un insetto, non disdegnava uno spuntino.
Se si annoiava, faceva un bel tuffo in acqua e una rilassante nuotatina, rigorosamente stile rana, fino alla ninfea più vicina o sino all’erbetta fresca sull’unica spiaggia dello stagno.
Nuotava anche ad occhi chiusi tanto era padrone del posto, in ogni momento, ad ogni bracciata, pardon zampata, sapeva perfettamente dove si trovava.
"Che vita" pensava nuotando pancia all’aria "non la cambierei per nulla al mondo"
Un giorno, mentre faceva la sua solita nuotata ad occhi chiusi, dopo essersi gustato una succulenta mosca, picchiò la testa su qualcosa che non avrebbe dovuto esserci.
Sobbalzò, non tanto per il dolore, quanto per lo stupore provocato dall’inaspettato quanto improbabile scontro.
Aprì gli occhi e quando riuscì a fare mente locale e a riprendersi dalla sorpresa, davanti ai suoi occhi si materializzò una stupenda, meravigliosa, fantastica giovane ranocchia.
Era semplicemente bellissima, color verde smeraldo, occhi grandissimi e neri, palmatura delle zampe di un color arancio che non aveva mia visto prima, insomma una gran ranocchia.
"C-ciao co-come ti chiami?"
La ranocchia sbatté vigorosamente le ciglia e: "Smeraldina e tu?"
Il ranocchio deglutì a fatica e rispose: "Gra-gracidino" e deglutì nuovamente.
Smeraldina, lentamente, molto lentamente, iniziò a nuotare davanti a Gracidino che a quel punto aveva la salivazione azzerata, il sangue caldissimo, pur essendo un animale a sangue freddo e la vista appannata.
"Vuoi fare un girino con me? Nel senso di una nuotatina."
La temperatura corporea del povero ranocchio nell’udire ciò era salita a dismisura, c’è chi racconta che intorno a lui l’acqua evaporasse ma forse sono solo dicerie.
Non disse nulla, neanché deglutì né proferì parola, seguì la bella ranocchia in silenzio e ammirazione.
Come potete immaginare, da quel giorno la sua vita cambiò radicalmente, se prendeva un bell’insetto, lo portava a Smeraldina, ogni momento del giorno, ehm, e della notte era dedicato a lei, al suo verde amore, ora certamente non si sentiva un principe ma molto di più, il re dello stagno.