Penso che non solo la famiglia, ma anche le amicizie influiscano sull'abitudine del fumo. Mio padre fumava un pacchetto e mezzo di sigarette e ha dovuto smettere per problemi di salute. Quello che secondo me attrae i giovani nel fumare è il fatto che come pratica sia vietata e criticata, ma allo stesso tempo praticata dagli adulti. Le persone tendono a rafforzare la propria identità scegliendo amici e compagni simili a se stessi. Di conseguenza, una persona che fuma ha un numero più alto di amici fumatori. Questo vale anche per la famiglia. Un padre fumatore ha maggiore probabilità che il figlio inizi a fumare, soprattutto se il fumo viene visto come un divieto.
Quando ho iniziato a fumare mi è sembrato più facile essere parte del gruppo e tutti gli amici che non fumavano, ricordo che venivano tagliati fuori o visti come non parte del gruppo.
Secondo me ai giovani bisogna parlare con onestà del fumo, non farlo percepire come un qualcosa che appartiene al mondo degli adulti. Leggevo un articolo che diceva proprio come ad influire i ragazzi sopra i 14 anni in maniera determinante per smettere di fumare sono gli esempi concreti di genitori non fumatori, fratelli maggiori e di persone per loro importanti. Mi ricordo che quando ero adolescente era una specie di rito di passaggio. Ma da adulti questo rito riguarda esclusivamente noi e le nostre abitudine quotidiane. Anche il fumo lo si può vedere come un processo rituale cha va dall'aprire il pacchetto, prendere una sigaretta, richiedere/offrire, accendere, inalare, anche scambiare la sigaretta e via dicendo. Ecco perché secondo me chi vuole smettere, deve sostituire questa specie di "rito' con altre azioni 'rituali'. Io ad esempio mi sono creato delle scatoline a cassetto su
http://print24.com/it/product/scatole-a-cassetto/ dove metto mentine, liquirizie e altro e con cui ci maneggio per alcuni minuti, quasi a riprodurre quello che facevo con le sigarette.